Come rompere il ghiaccio … in team

COME ROMPERE IL GHIACCIO … IN TEAM

L’inverno non è ancora finito e c’è ancora tempo per cimentarsi tra ghiaccio e neve anche in format di team building estremi. Ecco perché funzionano.

Spedizioni nel grande freddo artico, a bordo di una nave rompighiaccio o su di una slitta trainata da cani o renne, per poi dormire in suggestivi igloo: il gelo conquista i format di team building dando ai partecipanti l’opportunità di sperimentare un’esperienza fra i ghiacci, in uno scenario affascinante sì, ma con coefficienti di difficoltà del tutto nuovi (anche solo la bassa temperatura).

Quanto tutto ciò  può essere funzionale nell’ambito di un contesto aziendale?

Il ghiaccio può costituire la metafora ideale per rappresentare un ambiente di lavoro, ricco di stimoli, ma allo stesso tempo insidioso. Un team building fra i ghiacci diventa dunque propedeutico per il superamento degli ostacoli aziendali, mette necessariamente i partecipanti nelle condizioni di uscire dalla zona di comfort, obbligandoli a far affidamento sulle proprie capacità di adattamento, a collaborare e a impegnarsi al massimo per raggiungere con successo un determinato risultato.

Le situazioni impreviste inoltre vanno a generare un comportamento emotivo e meno calcolato, frangenti che funzionano come una cartina di tornasole destinata a visualizzare il valore di chi va poi a ricoprire un ruolo in azienda.

Rompere il ghiaccio” è un modo di dire decisamente consolidato nel parlare comune e si trova già in latino: scindere glaciem. La locuzione è una metafora presa dall’antica usanza della marineria. Quando i marinai, navigando in un fiume, trovavano chiuso un braccio dello stesso perché ghiacciato, mandavano avanti alcuni uomini, armati di aste e picconi, a rompere il ghiaccio per liberare il cammino.

Se il team building in generale è un’opportunità utile per “rompere il ghiaccio” e un’occasione per superare le eventuali barriere fra colleghi, avvicinando i partecipanti in modo naturale e rispettoso del contesto, a maggior ragione diventa efficace quando questo avviene nel freddo di una cellula bianca.

Sì dunque a format come la guida su ghiaccio, sleddog (slitta trainata dai cani) escursioni sulla neve o addirittura spedizioni: aiutano il gioco di squadra puntuale e attento e risultano particolarmente strategici per trasmettere specifici messaggi aziendali, quali il commitment, il belonging, le attitudini di leadership, la mentalità vincente e l’importanza di fare team all’interno dell’azienda.

 

Tratto da McOnline.it

La redazione di Teambuilding Experience:

Noi condividiamo l’idea di base espressa dall’articolo qui sopra riportato ma vorremmo sensibilizzare maggiormente i lettori e tutti gli addetti ai lavori del settore (organizzatori di eventi, direttori marketing o del personale, ecc) che un intervento di team building non è una semplice escursione o esperienza in un contesto inusuale.

Come di recente abbiamo cercato di sottolineare pubblicando l’articolo di Anne Thornley-Brown, i fattori chiave per organizzare un team building sono quelli di un’analisi dei bisogni, di una strutturazione dell’attività che preveda di affrontare una serie di esperienze legate a delle metafore importanti per il gruppo e un debriefing a fine attività.

In quest’ottica Davide Lentini, teambuilder e managing director di Teambuilding Experience, da tempo cerca di diffondere nel mondo aziendale una cultura che possa far percepire il team building come qualcosa di più dell’effetto (indubbiamente positivo) di una pizzata tra colleghi, di un pomeriggio sui kart, di un’escursione sulla neve o guida sicura sul ghiaccio. Come già abbiamo detto sono tutti fattori importanti ma che non determinano un cambiamento sostanziale all’interno del gruppo coinvolto. Questi tipi di interventi servono solo ad aumentare la curva motivazionale in quello specifico momento … per poi farla scendere vertiginosamente dopo pochi giorni.

Altro effetto è quello dato da una giornata di team building “strutturata” secondo step e metafore consone al gruppo. In quest’ottica qualsiasi contesto “emozionante” può essere un ottimo plus, come uno scenario montano d’inverno.

Per maggiori info vedi Mountain orienteering e igloo e tutte le attività outdoor.

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